Il Consiglio Comunale di Maiori, nella seduta del 23 giugno 2025, ha approvato significative modifiche allo Statuto e al Regolamento comunale che disciplinano l’istituto del referendum popolare.
Questo passaggio è stato accolto con diverse reazioni, tra chi lo considera un progresso per la democrazia partecipativa e chi ne denuncia i nuovi ostacoli.
Per il terzo anno consecutivo, a Maiori non viene attivato il convogliamento del torrente Reginna nella condotta sottomarina, nonostante questa misura, adottata da decenni nel periodo estivo, sia considerata essenziale per la tutela ambientale e per la qualità delle acque marine. A questa grave inadempienza si aggiunge un altro elemento critico: l’assenza di controlli sistematici e incisivi sugli scarichi abusivi, sia nel corso del fiume che lungo l’intero territorio costiero. La questione non riguarda solo Maiori, ma si estende a tutta la Costiera Amalfitana, da Positano a Vietri, dove sin dalle prime ore del mattino si registrano fenomeni di inquinamento marino localizzato.
Le caratteristiche del fenomeno inducono a pensare alla presenza di scarichi non autorizzati, potenzialmente riconducibili a abitazioni private non allacciate correttamente alla rete fognaria; strutture ricettive o ville ad uso privato lungo la costa; panfili e navi da crociera. Non si esclude, inoltre, che le correnti marine trasportino inquinanti anche da aree esterne alla zona costiera, come quanto sta accadendo ai fiumi Irno e Sele in questi giorni (vedi Il Mattino del 20/06/25).
I dati forniti da Arpa Campania, anche per il 2025, attestano per Maiori una buona/eccellente qualità delle acque nei punti ufficiali di prelievo e la piena balneabilità della spiaggia.
È quindi evidente che le cause reali dell’inquinamento vanno cercate altrove. La salvaguardia del nostro mare non può essere affidata ad azioni sporadiche o a interventi approssimativi. Tantomeno il progetto di depuratore consortile può divenire l’alibi per omettere i controlli sul territorio e sulle vere cause dell’inquinamento marino, e quindi divenire la falsa soluzione per non risolvere un problema reale. Una narrazione semplificata e strumentale che favorisce chi, all’interno delle istituzioni, sostiene la realizzazione del nuovo impianto senza aver mai messo mano alle vere emergenze.
Il sistema di depurazione attuale funziona, quindi occorrono azioni immediate, efficaci e trasparenti. In particolare:
Riattivazione immediata della condotta sottomarina alla foce del Reginna, come conferma di una misura storicamente indispensabile durante l’estate per migliorare la qualità delle acque marine.
Piano di controllo del territorio con ispezioni sistematiche e puntuali sugli scarichi abusivi e gli allacci non conformi.
Trasparenza e comunicazione con pubblicazione regolare degli esiti di controlli ambientali generalizzati sul territorio, facilmente accessibili a cittadini e turisti.
Affrontare la questione della qualità delle acque significa adottare una visione integrata e responsabile, fondata su trasparenza istituzionale, ascolto delle comunità locali, investimenti in controlli, manutenzione e tracciamento degli scarichi, valutazione concreta delle alternative al depuratore consortile. Solo così si possono costruire soluzioni efficaci e sostenibili, rispettose dell’ambiente e del territorio.
Serve chiarezza, capacità di ascolto e una visione sistemica, perché solo così si potranno garantire risoluzioni durature, rispettose dell’ambiente e delle comunità locali. Sono parole destinate a cadere nel vuoto dell’incapacità delle istituzioni, ma restano parole necessarie e doverose soprattutto verso le nuove generazioni.
Riceviamo dal Comitato Promotore dei Referendum Comunali di Maiori
Il Comitato Referendario accoglie con soddisfazione la notizia che il Comune di Maiori ha ottenuto un finanziamento di € 1.850.000 destinato al potenziamento della rete fognaria e del sistema di depurazione.
Il Sindaco ha comunicato ufficialmente, a mezzo stampa, che la maggior parte dei fondi sarà impiegata per la ricostruzione di una nuova condotta sottomarina, che andrà a sostituire quella attualmente in funzione, “a servizio dell’attuale depuratore”.
Abbiamo sempre sostenuto che l’attuale condotta, realizzata nel secolo scorso da amministratori lungimiranti, ha svolto un ruolo efficace nel trattamento delle acque reflue, garantendo per decenni condizioni idonee alla balneazione. Inoltre, nel 2012 è stata realizzata una nuova condotta in sostituzione di quella realizzata nella seconda metà del secolo scorso, con analoghe peculiari caratteristiche: 850 metri lontano dalla linea di costa, 55 metri di profondità sotto la soglia batimetrica e munito diffusore a più ugelli, già protetta da sarcofago in cemento per evitare rotture da reti a strascico fino a 30 metri sotto il livello del mare.
La realizzazione di una nuova condotta – eventualmente affiancata in futuro da tecnologie innovative come il sistema MUDS – rappresenta un ulteriore passo avanti nella tutela del nostro mare e nella salvaguardia della qualità delle acque per gli anni a venire.
Qualcosa si muove, dunque.
Ora attendiamo solo che il Sindaco annunci ufficialmente la rinuncia definitiva al progetto dell’impianto nel Demanio, una scelta che significherebbe:
un importante risparmio di denaro pubblico,
e la protezione di una zona di grande valore ambientale, che va tutelata con ogni mezzo.