IMPIANTO INDUSTRIALE SENZA INDUSTRIE
«Il paradosso più evidente? A Maiori si vuole creare un impianto industriale per la depurazione in un’area urbana dove non vi sono industrie». Non ha dubbi Gaetano Cantalupo , uno dei leader del Comitato contro il depuratore a Maiori. Impianto che, più volte, definisce mostro: dovrebbe essere realizzato in località Demanio di Vecite, in un polmone verde della cittadina.
È solo questo il problema?
No, ci sono evidenti criticità del progetto in gara e possibili e mai valutate alternative, più sostenibili e meno impattanti per un territorio fragile come la Costiera. L’impianto, come da progetto, è insufficiente per il bacino previsto di sei comuni, ed è stato collocato in un’area di alto valore ambientale e estremamente fragile. Gli impianti di adduzione sono nell’alveo del torrente Reginna Maior e quello principale (il depuratore) verrà interrato sulla sponda di un suo affluente, ad alto rischio di inondazione. E il sollevamento dei reflui all’altezza del Demanio (85 metri sul livello del mare), per circa 2 chilometri di tubazioni lungo il centro urbano, comporta un considerevole consumo energetico che si intende recuperare con la centrale idro-elettrica a valle. Al netto dell’energia prodotta, e forse recuperata, resta l’evidente criticità di un notevole impatto in termini di Co2 prodotta, sia in realizzazione che in gestione routinaria, oltre ad una potenziale rumorosità della centrale che andrà costruita al centro del paese, nei pressi di importanti strutture ricettive.
Il sindaco Antonio Capone, però, è convinto che con questo impianto Maiori potrà fregiarsi della “Bandiera blu”…
Il gioco non vale la candela. Il depuratore non farà miracoli, anzi risolverà solo il problema di evitare ai sindaci la denuncia per disastro ambientale spostandolo a chi gestirà il depuratore non appena vi saranno le avvisaglie di malfunzionamento. Il sindaco, nella sua narrazione mistificatoria, dice che il Comitato vuole depurare le acque con la vetusta condotta in funzione dagli
anni ’70: noi cerchiamo di dimostrare che ci sono soluzioni sostenibili a livello ambientale e tecnologicamente valide.
Avete realizzato anche un dossier. Cosa emerge?
Che il depuratore consortile è una mera scelta politica, senza fondamenti tecnico-scientifici sull’assenza di alternative; lo testimonia un verbale della Provincia. Sono concrete e documentate le criticità dell’opera. E esistono reali alternative come la condotta sottomarina per Salerno o un impianto con condotta sottomarina a dispersione con Muds ( Marine Underwater Depuration System ), una soluzione valida e risolutiva, con piccoli impianti che possano effettuare il cosiddetto “trattamento appropriato”.
GAETANO DE STEFANO – LA CITTA’
Last modified: 19 Giugno 2024